Il ritorno di Gesù Cristo

Circa duemila anni or sono, il Signore Gesù, parlando ai suoi discepoli nella notte in cui fu tradito, disse:

«Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore… io vado a prepararvi un luogo; e quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò, e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io siate anche voi» (Evangelo di Giovanni 14:1-3).

Quarantaquattro giorni dopo aver pronunziato queste parole, Gesù salì al cielo e mentre i suoi apostoli, attòniti, continuavano a guardare verso l’alto, due angeli si presentarono loro dicendo: «Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù che è stato tolto da voi ed assunto in cielo VERRÀ NELLA STESSA MANIERA che l’avete veduto andare in cielo» (Atti degli Apostoli 1:11).

Il ritorno del Signore Gesù è stato in ogni tempo oggetto di viva speranza e costituì la solida testimonianza di fede di tutti i veri cristiani i quali, simili alle vergini avvedute della parabola, vegliano tuttora nell’attesa dello Sposo, per entrare con Lui nella camera delle nozze. (Matteo 25:1-10).

Le parole di invocazione con le quali si chiude l’ultimo libro della Bibbia, rispecchiano alla perfezione lo spirito di questa bimillenaria attesa: «E lo spirito e la sposa dicono: Vieni. E chi ode dica: Vieni… Colui che attesta queste cose dice: Sì, vengo presto! Amen! Vieni, Signor Gesù!» (Apocalisse 22:17,20).

L’importanza di questo messaggio viene anche dimostrata dal fatto che esso divenne la professione di fede della chiesa cristiana primitiva e come tale inserito, unitamente alle altre verità della fede, nel «credo apostolico» in cui si afferma che Gesù Cristo, Figliuolo unigenito di Dio, «risuscitò dai morti, siede alla destra di Dio Padre onnipotente, di là ha da venire a giudicare i vivi ed i morti».

Le condizioni attuali del mondo ci confermano che l’umanità vive alla vigilia di questo avvenimento meraviglioso; infatti, le difficoltà di ogni genere che travagliano le nazioni, le guerre sanguinose combattute nel secolo appena passato e le rivoluzioni, il crollo quasi totale dell’istituto monarchico ed il sorgere di regimi a carattere popolare caratteristici del ventesimo secolo, il senso di smarrimento, di perplessità, di disorientamento degli spiriti, l’aumento della criminalità e della delinquenza minorile, la degenerazione dei costumi, la diffusione sempre crescente dell’ateismo e dell’indifferentismo e cento altri problemi che rendono sempre più precaria l’esistenza umana, testimoniano che IL RITORNO DEL SIGNORE GESÙ È ORMAI PROSSIMO. (Luca 21:25-33; 2^ Epistola a Timoteo 3:1-5; Giacomo 5:1-6; Apocalisse 6:14-17).

Ma vi è soprattutto un segno profetico più convincente di tutti: il ritorno del popolo d’Israele in Palestina e la sua costituzione in nazione indipendente e sovrana a decorrere dal 1948, evento questo chiaramente profetizzato nella Bibbia, unitamente alle difficoltà che questo evento avrebbe prodotto nel mondo e note oggi come «la crisi del Medio Oriente». (Isaia 66:8; Gioele 3:1-2; Zaccaria 12:1-12; Matteo 23:37-39; Epistola ai Romani 11:25-32).

Quando ritornerà il Signor nostro Gesù Cristo? Nessuno può conoscere con certezza l’anno ed il mese, contrariamente a quanto affermano alcune sette religiose; possiamo tuttavia essere certi che Egli è vicino, molto vicino a giudicare dai segni sopra descritti. Ciò, deve indurci a vegliare, a trovarci pronti per quell’evento, onde essere degni di andare con Lui. (Matteo 24:36-43; 25:13; Apocalisse 16:15).